DUE CHILI DI ACCIAIO SVEDESE – Storia della Fotocamera Hasselblad 500

DUE CHILI DI ACCIAIO SVEDESE – Storia della Fotocamera Hasselblad 500

L’ Hasselblad 500 C è stata introdotta nel 1957 da Victor Hasselblad, sostituendo gli originali modelli 1000F e 1600F ad otturatore sul piano focale, che nonostante il progetto innovativo, non risolsero mai i problemi dell’otturatore. Tenendo questo in mente, Hasselblad decise di cominciare da capo per creare un modello più affidabile. Fu una grande decisione per l’azienda  creare una nuova macchina completamente nuova, mantenendo solamente la forma esteriore con una meccanica completamente rinnovata.

 

L’ispirazione venne dal nuovo promettente otturature “Compur”, basato sull’esperienza della Zeiss Contaflex, e dal fatto che la Zeiss stessa si propose per la produzione dell’intera gamma di lenti. L’otturatore sarebbe stato parte integrante di ciascuna lente. Il nuovo design permetteva la sincronizzazione del flash con tutti i tempi e posizionamento automatico del diaframma.

Il nome del nuovo modello: 500C indicava la massima velocità dell’otturatore, 1/500s, ed il tipo di otturatore ( Compur ).

Le Origini

La nuova macchina, la prima della lunga serie “V” , fu accolta con scetticismo: sia l’otturatore centrale, caratteristico delle macchine 35mm economiche, che la massima velocità di 1/500 non furono ben viste dai critici.

Il modello originale rimase in produzione fino al 1970, anno in cui venne sostituita dalla 500c/m ( dove la M sta per Modified ). La nuova versione permetteva di sostituire lo schermo di messa a fuoco e venne lanciata la nuova A-series dei dorsi portapellicola.

La nuova Hasselblad ha guadagnato una solida reputazione attraverso gli anni grazie alla sua robustezza, precisione meccanica, vasta gamma di ottime lenti, facendo della medio-formato la macchina di generazioni di fotografi professionisti.

La reputazione delle Hasselblad è cresciuta ulteriormente con l’adozione da parte della NASA per l’uso nello spazio durante le missioni Apollo. E’ infatti con una di queste macchine che sono state scattate le fotografie del primo sbarco sulla Luna.

Un Sistema Modulare

Seguendo i principi dei modelli precedenti, Victor Hasselblad fece la serie “V” completamente modulare: non solo gli obiettivi, ma anche la manopola di avanzamento, il mirino, il magazzino portapellicola sono intercambiabili durante le normali operazioni di scatto. Con l’introduzione del modello 500 C/M diventa facilmente sostituibile anche lo schermo di messa a fuoco.

Hasselblad pose grande attenzione al maneggio del dorso: La presenza di un lamina impedisce che l’otturatore scatti involontariamente e previene la rimozione accidentale del dorso se non è inserita.

Inoltre du indicatori giustapposti, uno sul dorso ed uno sul corpo macchina, mostrano lo stato dell’otturatore ( armato o no ) e della pellicola ( esposta oppure no ).

Nonostante la dovizia di indicazioni presenti può capitare che il corpo e l’otturatore si disaccoppino cambiando la lente: otturatore scarico e corpo invece pronto a scattare ( specchio abbassato ) o viceversa. Tentare di inserire con forza l’obiettivo, in antrambi i casi, può portare a danni.

Per evitare tutto ciò basta tenere a mente che la macchina e l’otturatore devono essere entrambi armati prima di effettuare qualsiasi operazione ( ad esempio anche sostuire la rotella di avanzamento ).

 

Dorsi

Dalla sua introduzione nel 1957 la Hasselblad veniva prodotta con un dorso da 12 pose in formato 120 (6×6); era inoltre disponibile un altro dorso in formato 6×4,5.

Quando si carica la pellicola il fotografo deve far avanzare manualmente la pellicola fino a che il numero 1 appare in una finestrella circolare sul lato del dorso. In contrasto con altre case produttrici la hasselblad non ha reputato necessario schermare di rosso questa finestrella.

Nel 1970 venne introdotta la seri “A” di dorsi, dove A sta per Automatic. Infatti con questi dorsi armando l’otturatore ( manopola sul lato del corpo macchina ) automaticamente si fa avanzare anche la pellicola.

A completare la serie di accessori, erano disponibili un dorso Polaroid, un magazzino per il formato 220 ( 24 pose ) ed un altro per la pellicola in rotolo da 70mm.

 

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